La vivace città Barocca di Modica
Se eravate abituati ad associare la preparazione del cioccolato solo con alle Alpi Svizzere e i maestri cioccolatieri di Parigi, è arrivato il momento di rivedere le vostre credenze. Vivace città barocca di Modica, nel profondo sud della Sicilia, è il presidio di un’inaspettata tradizione del cioccolato che fonda le sue radici nell’antica America degli Aztechi.
Scopriamo insieme come tutto ciò ebbe origine?
Nel XVI secolo i conquistadores spagnoli, alle prese con la colonizzazione del Muovo Mondo, si imbatterono in numerosi nuovi alimenti, il più delizioso dei quali era costituito da un miscuglio di semi di cacao, conosciuto con il nome “xocolatl”, ridotti in pasta con un pestello e un mortaio di pietra lavica chiamato metate. Lo si poteva mangiare sia così come era, o assunto come bevanda, mescolato con l ‘acqua. Il primo europeo ad apprezzare te qualità del xocolatl fu il conquistatore Don Herman Cortes, al quale l’imperatore Montezuma fece una bevanda amara i con chicchi di cacao e acqua. Ma Cortes, in principio, non si intersee tanto al gusto e all’odore del cioccolato quanto al fatto che i semi di cacao costituivano la valuta locale. Con quattro baccelli si poteva acquistare un tacchino, con un centinaio addirittura uno schiavo. Quale miglior modo per fare fortuna di impiantare una piantagione di cacao. Chi ha detto che i soldi non crescono sugli alberi?

lavorazione cioccolato modica
Ma col tempo gli spagnoli impararono dagli Aztechi che Mescolando, ad esempio, le fave di cacao con zucchero Mescolando, ad esempio, le fave di cacao con zucchero di canna e spezie come vaniglia e cannella, si otteneva un miscuglio ben più squisito e che si poteva anche sciogliere nell’acqua. Cortez, convinto di aver scoperto il primo energy drink disse all’imperatore Carlo V: “Una tazza di questa bevanda miracolosa riesce a dare ad ogni soldato la forza di marciare per un giorno intero.” Ed in effetti, già nel 16° secolo ci sono testimonianza dei primi casi di dipendenza da cioccolato.
I semi di cacao erano diventati un grande business. Agli spagnoli serviva un luogo ideale più vicino casa per la coltivazione del cacao e la produzione del cioccolato. E dominando un vasto territorio, compresa la Sicilia, lo individuarono proprio a Modica.

chicco cioccolato modica
Qui, non solo il clima era simile quello del Sud America, ma a poca distanza c’erano anche abbondanti riserve di pietra lavica, necessaria per macinare i chicchi, secondo l’autentico procedimento azteco. Modica ) molto ricca e gli aristocratici modicani, noti per la loro stravaganza, cominciarono a banchettare con piatti come la lepre cotta nel cioccolato e le ‘mpanatigghi, una sfoglia ripiena di carne macinata, cioccolato e spezie, che ancora oggi si può gustare nelle botteghe alimentari e pasticcerie delle principali vie di Modica.
Le signore di Modica presero l’abitudine di bere la cioccolata calda in chiesa durante la Messa, come rimedio contro lo svenimento causato dal digiuno. Ma un sacerdote domenicano locale non gradì questa usanza e dal suo pulpito rimproverò le bevitrici di cioccolato, sostenendo che tale pratica violasse la legge del digiuno. Ma il Papa, interpellato sulla questione dall’Arcivescovo di Siracusa, sentenziò “Liquidum non frangit digiuno”. Ovvero “i liquidi non interrompono un digiuno”. Dando cosi ragione alle bevitrici di cioccolato.